Sugli altipiani Tibetani, Nepalesi,nella regione dell’Himalaya e in Mongolia, vive la Capra Hircus dalla quale si ottiene il Cashmere.

Questo tipo di capra, oggi addomesticata, produce una lana particolarmente fine, morbida e calda che gli permette di proteggersi dal grande freddo dell’inverno. La raccolta della lana avviene dopo la muta o mediante tosatura, dopo di che i suoi peli vengono selezionati e in base alla selezione, si otterrà un cashmere di qualità più o meno pregiata. I peli verranno poi puliti, ed in fine tessuti in fili. In base al numero dei fili, si otterrà un prodotto di spessore differente, si avrà un prodotto fine con 2 fili e molto spesso con 12 fili.

Il cashmere, non producendo alcun prurito, a differenza della lana si può portare direttamente a contatto della pelle ed é molto più morbido e più caldo  della lana di pecora. 

Il cashmere più nobile  proviene dal petto dell’animale, che produce i peli più morbidi, più fini e più lunghi

In nepalese il termine « Pashmina » significa  «cashmere»  e deriva da Pashmineh, dal persiano pashm, che significa "lana" ed indica un prodotto tessile a base di lana cashmere. 

A partire dal XIX secolo, in seguito all’esportazione di questi scialli di cashmere in Europa, la parola Pashmina si è diffusa anche in occidente come sinonimo di scialle di cashmere particolarmente pregiato.